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 Chieftain  

autore: Alessandro - IPMS #3169 

Il Chieftain è un carro armato britannico. Concepito alla protezione e alla potenza di fuoco, non aveva invece una buona mobilità, così come il sistema di controllo del tiro. Dopo il fallimento del programma Conqueror, l'esercito britannico era ancora equipaggiato con i Centurion, e nonostante gli aggiornamenti, essi non avevano i requisiti di mobilità e modernità che ci si aspettava per il futuro. Il programma per il nuovo carro FV 4201, iniziato nel 1958, prevedeva un cannone e una corazzatura pesanti, ma maggiore attenzione per la mobilità. In pratica, più che un MBT, ovvero un carro ben equilibrato nelle caratteristiche di mobilità-potenza di fuoco-protezione, gli inglesi erano ancora portati a volere un carro pesante, ma più mobile e leggero del Conqueror.

Il Chieftain è un mezzo in acciaio saldato, tranne che per la parte anteriore della torretta, costruita in un unico pezzo di fusione, mentre piastre saldate sono presenti per i fianchi e il retro.
Il pilota è in avanti, con un sedile parzialmente reclinato per poter stare dentro la parte anteriore del veicolo, a causa della elevata inclinazione della corazzatura anteriore, spessa 125 mm ed inclinata di circa 70 gradi.
La torretta è al centro del veicolo, e come si è detto, ha la particolarità della costruzione mista, saldata-fusa, per ottimizzare la resistenza.

Il motore è un diesel a pistoni contrapposti, derivato dal motore d'aviazione tedesco Junkers Jumo 205 della seconda guerra mondiale. Grazie ai cilindri con pistoni contrapposti è una macchina compatta che occupa poco spazio.
Ma come altri diesel a due tempi, esso è stato a lungo poco affidabile, e la potenza inizialmente prevista di 750 hp è stata invece limitata a 650, dando al carro un bassissimo rapporto potenza-peso, migliorato solo negli anni settanta, con motori da 720-750 hp. Il treno di rotolamento, con sospensioni a barra di torsione, verte su 6 ruote per cingolo, e 3 rulli di rinvio. Il cambio è semiautomatico.

L'armamento, tutto in torretta, comprende un cannone rigato L11A5, con canna lunga circa 50 calibri, e munizioni APDS, APFSDS, WP e HESH. Non vi sono cariche HEAT, perché almeno nell'esercito inglese esse sono sostituite dalle ogive a schiacciamento (HESH). Le cariche di lancio sono sistemate in contenitori ignifughi, riempiti di liquido, esse sono separate dall'ogiva; questo permette una maggior gestione dello spazio ma rallenta il caricamento dell'arma. In tutto, vi sono 64 colpi per il cannone principale.

L'apparato visivo per il pilota è un periscopio grandangolare, mentre in torretta il capocarro ha una serie di 9 episcopi nella sua cupola e un periscopio diurno e notturno, con un proiettore IR associato.
Il cannoniere ha un periscopio di puntamento fisso, con ingrandimenti fino a 8x, ma per l'impiego notturno vi è solo un ingrandimento 3x.
Alla sinistra della torretta, vi è l'alloggiamento corazzato per il proiettore a luce bianca o IR, con portate di circa 1000-1.500m.

Il sistema di controllo del tiro originale era il FV/GCE Mk 4, con una mitragliatrice coassiale al cannone, chiamata LRMG, da 12,7 mm. Essa sparava raffiche da 3 colpi per proiettili incendiari, con balistica uguale a quella del cannone, ma su distanze massime di 1800 metri, molto inferiori a quelle possibili con l'arma principale.
Notare che non vi è il telemetro ottico, cosa che ha permesso di dare alla parte anteriore della torretta una forma particolarmente inclinata e sfuggente.

Con il tempo, però, le modifiche hanno comportato l'introduzione di molte novità, con il Mk 3/3, già all'inizio degli anni settanta venne introdotto il telemetro laser, ma con il Chieftain Mk 5 si è giunti all'IFCS della Marconi, con computer balistico e un sofisticato reticolo di mira. Finalmente il Chieftain aveva una valida apparecchiatura di controllo del fuoco.

Tra gli altri accessori, la mitragliatrice coassiale da 7,62 mm, quella antiaerea sulla cupola del capocarro da 7,62 mm, i filtri NBC, e un kit per attraversare corsi d'acqua profondi (snorkel). Con il tubo abbastanza grande da farvi entrare il capocarro, che guida il pilota da diversi metri di altezza, sopra il livello dell'acqua, per l'attraversamento dei corsi. Si possono guadare profondità notevoli.

In termini di export, il Chieftain è andato all'Iran durante il regno di Reza Pahlevi.
705 carri del modello Mk 3/3 e 187 Mk 5 vennero ordinati per l'esercito iraniano già nel 1971. Altri 100 veicoli circa erano del tipo recupero o gettaponte, praticamente le uniche varianti sullo scafo Chieftain.

Visto che ancora non bastava per le esigenze dello Shah, allora venne messo mano al FV 4030, un Chieftain con un nuovo motore, un turbodiesel da 1200 hp, che gli dava un rapporto potenza-peso di almeno 20:1.
Esso venne denominato Shir (Leone) –1, e 225 mezzi avrebbero dovuto essere consegnati all'Iran.
Altri mezzi, chiamati Shir-2, avrebbero dovuto seguire, stavolta con una nuova corazzatura in materiali stratificati/compositi, la cosiddetta ‘corazzatura Chobham', sviluppata dagli omonimi laboratori britannici e modello per gli sviluppi in ambito occidentale.
1225 veicoli erano in ordine, portando così la produzione per gli iraniani a oltre 2300 carri, ma l'ordine venne bloccato dalla rivoluzione del 1979 che cacciò lo Shah dall'Iran e con l'arrivo al potere di Khomeini, fece congelare gli ordini per gli Shir.

Gli Shir-1 vennero riciclati nel modello 'Khalid', che venne consegnato alla Giordania in 278 esemplari, con l'IFCS e il motore da 1200 hp

L'Iran utilizzò ampiamente i Chieftain nella guerra contro l'Iraq.
I Chieftain si dimostrarono pericolosissimi per i blindati iracheni, e anche i T-62 avevano molti problemi a distruggerli con colpi frontali, nonostante la potenza dei loro cannoni U5TS ad anima liscia (i T-62 erano carri da 40 tonnellate mentre i Chieftain da 55, e quindi la corazzatura era dimensionata in rapporto al peso). La precisione e la potenza dei colpi dei Chieftain erano devastanti per i loro avversari.

Tuttavia, nel 1981 parteciparono ad un'offensiva dell'esercito iraniano e subirono una grave sconfitta contro i T-62 di una divisione irachena, che li circondarono e spararono loro ai fianchi, decimandoli.
Fu solo grazie all'intervento dell'aviazione che gli iraniani riuscirono a limitare i danni. Durante gli anni di guerra, gli iracheni catturarono parecchi Chieftain per riutilizzarli contro il nemico.
Infine i T-72, introdotti nel conflitto in quantità crescenti, dimostrarono finalmente di disporre di proiettili abbastanza potenti anche per i Chieftain. Esistono foto di torrette di tali mezzi con buchi di entrata e di uscita fatti dalle munizioni APFSDS da 125 mm.

Nel frattempo, gli inglesi volevano dei carri di nuova generazione e si rivolsero ad un mezzo che era già praticamente pronto: proprio lo Shir-2, che divenne con poche modifiche il Challenger: praticamente una versione con corazza Chobham e motore turbodiesel del Chieftain Mk 5.

Il Kuwait ordinò nel 1971 150 carri Mk 5/5K (Kuwait, con modifiche tropicalizzanti). 

 Operatori

  Giordania: numero sconosciuto

  Iran: 1000 unità

  Iraq: 30 catturati all’ Iran durante la Guerra Iran – Iraq

  Kuwait durante la Guerra del Golfo il Kuwait disponeva di Chieftain, oggi sono tutti ritirati dal servizio

  Oman: numero sconosciuto (fonte Wikipedia)


 

Chieftain
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